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Come si nutrono

La mancanza di clorofilla impone ai funghi un'alimentazione di tipo eterotrofo propria del regno animale. Il fungo non può trasformare le sostanze minerali in sostanze organiche e deve quindi trovarle pronte.

A seconda delle modalità nutritive distinguiamo i funghi in: saprofiti, parassiti e simbionti, con gradazioni di passaggio dall'un tipo all'altro e possibilità per uno stesso fungo di comportarsi da parassita o saprofita. (cfr. Wikipedia)

Saprofiti sono organismi che si cibano di sostanze organiche non viventi. I funghi saprofiti vivono sui detriti del bosco, sul letame, sulle sostanze alimentari ed in generale su materiale organico che si trova in condizioni di temperatura ed umidità adatte. Insieme ai batteri svolgono il ruolo indispensabile di decompositori. I funghi saprofiti sono facilmente coltivabili.

Parassiti sono organismi che si cibano di sostanze organiche viventi. I funghi parassiti attaccano vegetali ed animali e sono responsabili di molte malattie. Un parassita particolare è l'Armillaria mellea causa di molti marciumi radicali. Si impianta sull'ospite quando questo è già in cattive condizioni, lo porta alla morte e poi vive qualche anno da saprofita sui resti marcescenti.

Simbionti sono organismi che vivono in unione con altri, appartenenti sia al Regno Animale che Vegetale, onde ovviare reciprocamente a deficienze nutritive: il danno che ciascun organismo arreca all'altro è largamente compensato dai benefici che gli fornisce.

I funghi simbionti micorrizici instaurano un rapporto di mutua collaborazione con le piante. La pianta cede sostanze organiche al fungo e questo assorbe dal terreno acqua e sali minerali per la pianta. Col termine micorriza si intende una formazione costituita da ife fungine con radichette di piante superiori.

Le micorrize si distinguono in ectotrofiche ed endotrofiche a seconda che si formino all'esterno od all'interno della radice. Le micorrize più frequenti sulle piante forestali sono di tipo ectotrofico. Le ife avvolgono le radici terminali, non troppo profonde, con una formazione d'aspetto cilindrico o clavato e penetrano tra le cellule epidermiche della radice con possibilità di scambio delle sostanze nutritive.

Lo sviluppo della micorriza sarebbe favorito da carenze di azoto, fosforo e potassio, nel terreno e da una abbondanza di idrati di carbonio nella pianta.
Ad esempio i funghi appartenenti al gruppo dei porcini estendono il loro micelio nel terreno del sottobosco in ambito più ampio rispetto alle radici delle piante con cui formano micorrize. Un micelio di porcino può unirsi in simbiosi con numerosi alberi anche di specie diverse, così come uno stesso albero può formare micorrize con vari miceli.

In particolare il porcino assorbe le sostanze azotate rendendole assimilabili, assorbe il fosforo la dove la pianta ci riuscirebbe con difficoltà (ad esempio nei terreni acidi), produce antibiotici che sono importanti per la difesa della pianta dalla flora batterica, scambia con la pianta sostanze di crescita e fa aumentare notevolmente la superficie d'assorbimento.

Condizioni favorevoli di nutrizione determinano un addensamento di ife con la formazione di abbozzi che, quando le condizioni climatiche lo consentono, evolvono in corpi fruttiferi.

Nell'unione micorrizica pianta e fungo perdono in parte la loro individualità ma, mentre per il fungo il rapporto simbiotico è obbligato, la pianta in condizioni di nutrizione ottimali è meno soggetta a micorrizarsi.

Qualunque sia la forma di micorriza, piante e fungo si accompagnano spesso con costanza e dimostrano comunque una certa preferenza: il Boletus elegans con il larice, il Lactarius deliciosus con i pini, il Tuber magnatum con pioppo, tiglio, quercia, salice, ecc.